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LA CELLULITE: tra due pagine
Siamo abituati a sentire parlare di fitness da fonti relativamente attendibili, ovvero da persone che dispensano consigli, vendono programmi di allenamento, prescrivono diete, che insomma sono assurti in qualche modo al ruolo di esperti di fitness, ruolo a cui si sono spesso autonominati ed in virtù del quale operano nei centri sportivi, nelle palestre ed in tutti quei luoghi in cui la classe medica ha stabilito che la salute dell’uomo si debba curare attraverso la pratica costante del movimento. Ma tale pratica, senza un vero
presupposto scientifico, ha creato solo un’immagine “allo specchio” del fitness, un’immagine speculare che assomiglia al vero obiettivo da perseguire, ma che, in
effetti, è una distorsione della sua verità.
Per fitness intendiamo, in senso lato, l’insieme di tutte quelle attività motorie che producono benefici a livello fisico e psichico e la conquista della forma desiderata.
Per raggiungere questo obiettivo si devono adottare le giuste strategie di allenamento personalizzato, graduale e variabile, nonché una corretta alimentazione.
Col termine personalizzato si sottolinea che la scelta dell’attività fisica svolta va dettata non dalla moda del momento, effimera e influenzata dal mercato, ma dalla costituzione dell’individo, dall’anzianità di allenamento, dall’età, dai paramorfismi e
dalle patologie della colonna vertebrale, dagli obiettivi che si intendono raggiungere e dal tempo che si può dedicare alla palestra.
Il raggiungimento di tale obiettivo non è un meccanismo che scaturisce semplicemente dal frequentare una palestra, ma è la sintesi di un percorso individualizzato che, sul piano teorico, deve essere quanto più mirato e preciso, e, su quello pratico, quanto più facile da mettere in atto.
Infatti, non si parla di fitness per atleti professionisti, pagati da una Società sportiva per allenarsi ed esercitare a livello agonistico un dato sport. I praticanti del fitness sono persone comuni: impiegati che non pranzano a casa, giovanissimi che devono dar conto ai genitori delle loro decisioni, o ancora individui che, affetti da determinati acciacchi, chiedono di mitigarne i fastidi e che, per lo stesso motivo, non possono seguire ritmi di allenamento e di recupero pensati sulla carta, ma non attuabili quotidianamente.
Solo a queste condizioni il fitness diventa una disciplina fondata su principi scientifici, che aiuta a prevenire l’insorgenza delle patologie che scaturiscono dalla ipocinesia e favorisce la ricerca del benessere psicofisico che una corretta attività fisica apporta.
Se i presupposti teorici sono esatti e se la pratica del
fitness è costante, i risultati ben presto arriveranno e gratificheranno il cliente della palestra, il quale diventerà la migliore pubblicità sia per il Centro frequentato sia per l’istruttore che lo ha gestisce.
Spesso i media ed il mercato ci propongono un ideale di fitness deviato e poco veritiero, del tipo: Chiunque si iscriva in palestra pratica del fitness e, quindi, sarà necessariamente “in forma”.
Altro luogo comune è che qualsiasi attività si compia fa
bene perché l’importante è muoversi.
Benché imprecise, tali affermazioni hanno un fondo di verità, cioè che l’attività motoria apporta dei benefici a patto rispetti le regole su esposte. In effetti, il frequentare una palestra senza un programma di lavoro consono al proprio potenziale
fisico è come frequentare l’università e pretendere di imparare il programma di un esame entrando nella prima aula che si incontra. Si corre il rischio di seguire per mesi
un’attività che non produrrà mai gli effetti desiderati.
Un programma di allenamento serio ed affidabile, come nel caso di una prescrizione medica, deve essere formulato tenendo conto del caso specifico per il quale viene concepito, dunque la posologia dello sforzo e la modalità di
somministrazione dell’esercizio vanno elaborate ad personam.
Si tratta di un principio che personalmente sostengo da molti anni: un programma di esercizi fisici va prescritto e assolutamente firmato da chi lo propone, come se fosse una prescrizione specialistica, e, in effetti, attraverso uno schema complesso, lo specialista del fitness si propone di modificare dei parametri anatomici e fisiologici di un dato individuo attraverso un’attività fisica personalizzata.
Da questa prospettiva, si comprende meglio il problema della scarsa preparazione di qualche istruttore, che fa dell’impegno in palestra una seconda o terza attività. Chi
non ha competenze e specifiche, ma solo anni di pratica e le physique du role rischia di fare affermazioni che non si fondano su corretti principi scientifici e che possono
essere scorrette.
Chi ha la pretesa di modificare l’aspetto di una persona, e di incrementarne il
sistema cardiocircolatorio o la potenza muscolare, deve conoscere l’oggetto del
proprio lavoro, cioè l’individuo, e deve aver studiato con attenzione le metodiche più giuste per ottenere un determinato risultato.
A mio avviso, sarebbe necessaria l’introduzione di leggi che regolino questo settore, sia per proteggere sia la salute di coloro che praticano attività sportive o fitness, sia per consentire ai tanti operatori che da anni svolgono con serietà e professionalità la loro attività in palestre e centri sportivi di distinguersi dagli improvvisatori. Ciò è tanto più vero quando si considerano i tanti casi di sportivi che assumono incautamente integratori e farmaci senza alcun controllo o supervisione, spesso senza conoscerne i rischi.
Personalmente, ritengo che i veri professionisti del fitness non non siano propensi a consigliare certe sostanze per due ordini di motivi: il primo è che conosce bene le reazioni all’uso di determinate sostanze; il secondo è che un istruttore abilitato che fa dello sport la sua professione non rischia di screditarsi rovinando la salute dei suoi clienti. Al contrario, il praticone che si lancia a dare consigli e stilare schede d’allenamento, se sbaglia, avendo una scappatoia nella sua attività primaria, aspetta che le acque si calmino per poi riproporsi con nuovi, sprovveduti clienti.
Da quanto detto si può affermare che non è esatto sostenere che basti fare del generico esercizio fisico per essere e rimanere in forma. Il segreto per mantenere
questa forma e per ritardare i naturali processi d’invecchiamento è quello di praticare una regolare attività fisica specifica, costante negli anni, poco agonistica e sotto la
guida di professionisti. Infatti, l’aspetto agonistico, tanto gradito ai giovani, finisce per avere delle conseguenze negative con l’avanzare dell’età, quando i benefici dello sport praticato scompaiono e le patologie e gli acciacchi procuratisi negli anni si
acutizzano, riducendo il soggetto in uno stato peggiore di chi in giovinezza non abbia mai praticato alcuno sport.
Raccomandava un saggio maestro: “Sport, poco e sempre!” Tale affermazione, troppo spesso ridicolizzata dai giovani, che di sport ne fanno tanto anche a livello agonistico, ritorna in mente a coloro che non più giovani beneficiano di una costante
pratica motoria o a coloro che, avendo abbandonato l’agonismo per limiti di età o per incidenti, sono costretti a curare i danni che l’attività sportiva giovanile ha procurato
loro. In quest’ottica il fitness diventa l’attività sovrana per ottenere e mantenere i livelli di forma fisica non per una stagione agonistica, ma per tutta la vita. E
ricordate: l’importante è seguire i consigli di un buon maestro.
Programma di allenamento per sette settimane
donna di 30 anni, ectomesomorfa, con 5 anni di anzianità di palestra, con obiettivo tonificare la parte alta del corpo e rassodare quella bassa.
A
Crunch gambe tese e poggiate 3 x 25
Tirate gambe al petto 3 x 15
Chest press 4 x 10-8-6- 10
Pectoral 3 x 8 (1+1/3)
Pull-over da distesa 3 x 10
Trazioni avanti presa inversa e media(tra petto e spalle) 4 x 10-8-6-10
Pulley basso 3 x 8(1+1/3)
B
Leg press piedi distanti 4 x 12-10-8-12
Estensioni lombari contraendo i glutei 3 x 15
Slancio gamba flessa in alto 3 x 12
Gluteus 4 x 12
Abductor(est.) 3 x 20
Standing leg curl 2 x 12
Adductor m. 3 x 15
Calf in piedi 3 x 15
C
Crunch con tirata gamba 3 x 15+15
Lento con rotazione 3 x10
Alzate laterali 3 x 10
Alzate con petto su panca a 30° mignolo su 3 x 10
French press bilanc. 3 x 10-8-6
Spinte per tricipiti 3 x 15
Curl con bil. avanti il corpo presa stretta 3 x 10-10-8-6
Curl inverso al cavo basso 3 x 15
Riposo tra le serie 75 sec.
Frequenza 4 all./sett.
Pasquale Iengo - MASTERPACO
Scheda per uomo 30 anni con 6 anni di pratica, mesoectomorfo con lieve accumulo d'adipe sull'addome, torace forte ed arti superiori da migliorare
fASE 2
SCHEDA A
RISCALDAMENTO
SIT UP SU PANCA 4*15
TWIST 100
CROCI PANCA ALTA 4*12 IN SUPER SET
DISTENSIONI MANUBRI PANCA PIANA 4*12
CAVI INCROCIATI 4 *10
CURL BILANCIERE PRESA STRETTA 4*10
CURL MANUBRI SEDUTO SU PANCA A 30° 4*8
SCHEDA B
RISCALDAMENTO
SQUAT BILANCIERE 4*10
LEG PRESS GINOCCHIA DIVARICATE 4*10
STANDING LEG CURL 4*10
CALF SEDUTO 3*20
CRUNCH GAMBE IN ALTO 4*20
SCHEDA C
RISCALDAMENTO
CRUNCH GAMBE SOSPESE 3*15
ELEVAZIONI GAMBE TESE 3*15
LENTO AVANTI BILANCIERE 3*10
ALZATE LATERALI IN PIEDI 4*8+8 2 PESI DIVERSI
ALZATE PETTO POGGIATO SU PANCA 30° 3*8
TRAZIONI LAT AVANTI CAPO 4*8
REMATORE BILANCIERE 3*8
PULLEY BASSO 4*8
FRENCH PRESS CON BILANC. 4*8
SPINTE PER TRICIPITI BUSTO FLESSO 4*10
RIPOSO TRA LE SERIE 70" FREQUENZA 4 ALL./SETTIM.
Pasquale Iengo MASTERPACO
Cattivo assorbimento proteico
Situazioni di stress, squilibri nella corretta alimentazione e fattori genetici
possono essere alla base di un’insufficiente assimilazione proteica e, quindi,
dell’instaurarsi di una carenza cronica di proteine anche a regimi alimentari
iperproteici.
Condizioni di salute precarie possono far insorgere un’insufficienza pancreatica,
fenomeno fondamentale per comprendere l’instaurarsi di carenze proteiche.
Il pancreas ha il compito di derivare dal cibo e dalle sostanze chimiche ingerite
determinati sottoprodotti utili per l’organismo e di stabilizzare le reazioni a tali
sostanze.
L’assunzione di quantità eccessive di proteine è una delle cause di
iperstimolazione del pancreas. Come per qualsiasi altra funzione, anche la capacità
del pancreas di produrre enzimi proteolitici può essere pregiudicata dall’eccessivo
lavoro. Questo vale particolarmente per un organo come il pancreas, che svolge
molteplici funzioni delle quali si finisce per abusare contemporaneamente.
L’assunzione di elevate quantità di zuccheri, che stimola un’elevata secrezione di
insulina, l’alcool, il fumo, l’abuso di farmaci, l’ingestione di grassi e un forte
consumo di caffè sono tutte cause di iperstimolazione del pancreas.
Il primo effetto dell’insufficienza pancreatica è la riduzione della produzione di
bicarbonato, fenomeno che provoca sintomi simili a quelli connessi alla gastrite. In
seguito si riduce l’attività enzimatica e la produzione di insulina.
La riduzione degli enzimi proteolitici, tripsina, chimotripsina e carbossipeptidasi
provoca problemi nella digestione delle proteine. L’assimilazione di proteine non
completamente scomposte provoca nei tessuti reazioni di tipo infiammatorio. Se si
considera che anche gli enzimi antinfiammatori sono prodotti dal pancreas il quadro
clinico diventa pericoloso.
La scomposizione inadeguata delle proteine causa una riduzione degli aminoacidi
nell’organismo benché si consumino notevoli quantità di carni e pesci.
Per paradosso, si determina una carenza di enzimi, ormoni, anticorpi e
aminoacidi nonché di vitamine B, zinco e magnesio come nei soggetti affetti da
malnutrizione. In simili condizioni, viene compromessa seriamente la capacità del
sistema immunitario di difendere adeguatamente l’organismo
Se ti diranno Consuma grosse quantità di proteine quando fai fitness e se ti
ammali spesso, mangiane ancora di più
E’ Falso! Le soluzioni semplicistiche raramente sono quelle corrette.
MASTERPACO
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